Shab-e Yalda
Ero perso con lo sguardo verso il mare
Ero perso con lo sguardo nell’orizzonte,
e tutto appariva come uguale;
poi ho scoperto una rosa in un angolo di mondo,
ho scoperto i suoi colori e la sua disperazione
di essere imprigionata fra le spine
non l’ho colta ma l’ho protetta con le mie mani,
non l’ho colta ma con lei ho condiviso il profumo e le spine tutte quante.
Hafiz, Il saggio, sec. XIV
Yalda è una parola di origine siriana diventata di uso comune in Persia. Significa natività ed è stata introdotta dai cristiani siriani rifugiatisi entro i confini dell’impero sassanide per sfuggire alle prime persecuzioni romane. Shab-e Yalda è quindi la Festa della natività, che in Iran si celebra il 21 dicembre in occasione della notte del solstizio, la notte più lunga dell’anno e per nascita s’intende quella della luce che torna sul mondo dopo il periodo più buio.
La festa ha origini antichissime, precedenti all’epoca di Zoroastro che importò rituali di origine babilonese e, nonostante la sostituzione dell’Islam come religione ufficiale, è rimasta una delle feste più importanti dell’anno persiano pur perdendo la sua connotazione religiosa per trasformarsi in occasione puramente sociale.
E’ tradizione che in questa notte le famiglie si riuniscano a festeggiare mangiando frutta di colore rosso come melograni, ciliegie, angurie perchè il rosso è associato alla festa e all’allegria. Per tutta la notte si celebra condividendo con amici e parenti cibo, auguri e le poesie di Hafiz di Shiraz, popolarissimo autore e mistico del XIV sec. le cui opere non mancano mai nelle case iraniane.
E anche la decorazione di cipressi con una stella sulla punta a simboleggiare la luce che ritorna dopo la notte ricorda un po’ il nostro Natale che si celebra sui resti delle feste per il solstizio.
Ed è in questa notte più lunga dell’anno che auguro a tutti voi e ai vostri cari gioia e serenità.
Buone Feste.
Buon anno anche a te, carissimo, e ai tuoi cari. Grazie per i tuoi bellissimi post, che sempre c’insegnano qualcosa e di fanno riflettere.
Ero perso con lo sguardo verso il mare
Ero perso con lo sguardo nell’orizzonte,
e tutto appariva come uguale;
poi ho scoperto una rosa in un angolo di mondo,
ho scoperto i suoi colori e la sua disperazione
di essere imprigionata fra le spine
non l’ho colta ma l’ho protetta con le mie mani,
non l’ho colta ma con lei ho condiviso il profumo e le spine tutte quante.
Hafiz, Il saggio
come è bella! ma per quanto io stia cercando , trovo solo questa poesia di lui
Io non ci ho nemmeno provato a cercare altro, mi sono arreso quasi subito.
Perla e Kat, chiedo scusa per il ritardo nei commenti. Sono ormai un blogger ‘in sonno’.